“Il giardino segreto” di Frances H. Burnett è un libro che merita di essere riletto più volte nella vita: molti infatti lo scelgono da bambini, ma solo da adulti si riesce ad apprezzarne appieno il contenuto profondo.
Di recente ho visto l’ultima versione dell’omonimo film, che ha suscitato in me alcune riflessioni. La storia originale è ricca di relazioni umane, varie e complesse, nelle quali si approfondisce la psicologia dei personaggi. Purtroppo, nel film del 2020 si perde gran parte di tutto questo. A mio avviso il film è troppo “frettoloso” e sbrigativo: riassume in modo estremamente conciso le vicende narrate nel libro, tralasciando elementi fondamentali. Chi ha letto l’opera originale, infatti, si sarà accorto che nel film mancano intere parti della storia, che a tratti viene eccessivamente banalizzata.
L’attenzione è focalizzata sulla protagonista Mary e non c’è spazio per gli altri personaggi, che rimangono troppo in secondo piano: non è possibile comprendere a fondo le relazioni che instaurano con la bambina. Per esempio, il film del 2020 non fa emergere il carattere difficile di Mary, l’impegno e la volontà di Martha nel riappacificare Mary con il mondo sono solo accennati, e poi non c’è quasi traccia della passione di Dickon per il mondo degli animali e della natura. Da ultimo, anche la relazione tra Mary e Colin, il cugino malato, è troppo semplificata.
E che dire del giardino? Nel libro è descritto in modo esaustivo, mentre nel film viene completamente stravolto e trasformato in un luogo fantastico. Purtroppo si perdono dettagli importantissimi. Infatti, nella storia originale Mary e Dickon si prendono cura personalmente dei fiori scoperti nel giardino, che diventa un luogo di incontro e condivisione per tutti i personaggi. Alla fine, padre e figlio si ritrovano lì, ed è proprio da quel giardino – assolutamente reale e non fantastico – che inizia la lenta rinascita del loro rapporto, incrinatosi dopo un lutto dolorosissimo che li ha portati a chiudersi sempre più in se stessi.
Questo remake susciterà probabilmente una certa delusione in chi, come me, è affezionato al libro e si aspettava un film più fedele alla storia originale. Penso tuttavia che possa piacere soprattutto a un pubblico giovane o a chi non conosce il libro.
Comunque, il film mi ha fatto venire voglia di riprendere in mano (per l’ennesima volta!) l’opera originale, per riscoprire le caratteristiche e i sentimenti dei personaggi e il senso di questo meraviglioso “giardino segreto”, sinonimo di rinascita.